Kepa Junkera
sabato 11 agosto 2007
Ore: 21:30 | Palco centrale
Marzo 2003, Kepa Junkera registra dal vivo al Teatro Arriaga la sua visione musicale che è andata sviluppandosi lungo più di due decenni, passati a premere i tasti della sua trikitixa. Questo ritratto, che mantiene tutta l’intensità di un musicista che sul palco offre le proprie creazioni come se si trattasse dell’ultima notte, ci trasporta al tempo in cui Natxo De Felipe, alma mater del gruppo Oskorri, notò quel ragazzo di cui si cominciava a parlare come fisarmonicista.
Nel 1983, Kepa Junkera inizia a collaborare col più famoso gruppo del panorama musicale folk basco. Un’amicizia che non è venuta meno col tempo. Inoltre, quindici anni dopo, Kepa ha co-diretto la registrazione di uno dei migliori lavori degli Oskorri, “Ura” (1998). Le dita di questo musicista universale carezzano con rapidità i tasti del suo strumento, un tempo disprezzato come ‘urla dell’inferno’. “La musica è come la pittura, una miscela di colori” dice spesso Kepa Junkera con passione. Nella sua opera creativa, la sua produzione è stata un esempio sul come usare tutte le possibilità offerte dalla tavolozza. LEVARE LE ANCORE Comincia col prendere dalle fonti tradizionali. Suo nonno col tamburino e sua madre nella danza tradizionale gli indicano la strada. Ma il suo interesse nel creare nuovi spazi fa sì che il suo primo album, “Kepa, Zabaleta eta Motriku” (1987), pur mantenendo un forte sapore di musica popolare, contenga tutti pezzi di sua composizione, alcuni dei quali diverranno presto classici della trikitixa contemporanea. Ben presto lascia il background tradizionale dei suoi lavori inizialiper sviluppare una fusion col jazz. Questa incursione nel mondo del jazz si rifletterà in due registrazioni, pioneristiche per i tempi: Triki Up (1990) e Trikitixa Zoom (1991). Alcuni anni dopo, il jazz lascerà il posto al folk-rock in un’evoluzione che traccia le linee guida per il futuro. “Kalejira Al-Buk”, del 1994, è una scatola di sorprese, che combina arie popolari con l’elettronica. ATTORNO AL MONDO IN SETTE NOTE L’infinita ricerca di nuovi suoni rende questo suonatore trikitilari un esploratore di terre lontane. La tripla collaborazione tra l’inglese John Krikpatrick, l’italiano Riccardo Tesi e questo musicista di Bilbao apre le porte a un viaggio cui partecipano suonatori da ogni parte del mondo. Dopo il trio, che ha registrato l’album “Trans Europe Diatonique” (1992), è la volta del musicista portoghese Julio Pereira che aggiunge le corde a un indimenticabile duo a quattro mani, un’esperienza che verrà chiamata “Lau eskutara” (1995). Poi una lunga lista di personaggi collabora ai suoi lavori più riconosciuti a livello internazionale: “Bilbao 00:00h” (1998) e “Maren” (2001). Nomi di grande prestigio del mondo folk condividono l’infinità creatività di Junkera: La Bottine Souriante, Phil Cunningham, Béla Fleck, Pedro Guerra, Hedningarna, Máirtín O’Connor, Liam O’Flynn, Carlos Nuñez, Paddy Moloney, Hevia, María del Mar Bonet, Justin Vali, Glen Vélez, le Voci Bulgare. AVVENTURA IN TERRE NUOVE Tournée intorno al mondo, due dischi d’oro e una nomination ai Latin Grammy Awards sono solo una parte dei riconoscimenti mietuti da questo musicista in virtù del suo lavoro. Un tranquillo e costante sforzo che ci fa ricordare come si sia scritto un proprio metodo di suonare la triki, mentre si specializzava (da sé) allo strumento. Oggi, i frutti di questo lavoro ne fanno un pioniere anche nel campo dell’isegnamento della musica tradizionale. La sua ammirazione per gli strumenti tradizionali apre sentieri di ricerca in campi musicali che hanno a che fare con l’alboka e la txalaparta. L’alboka troverà posto in “Leonen Orroak” del 1996, un’esperienza condivisa con l’albokari Ibon Koteron, che òporta lo strumento a un altro livello di performance. La txalaparta apparirà invece in un disco prodotto da Kepa e suonata da Oreka Tx, gli txalapartaris che lo accompagnano dal vivo ormai da qualche anno. “Quercus Endorphina” è il titolo dell’album che schiude nuovi percorsi musicali, per quella che si avvia a essere la prima ‘compagnia stabile’ di txalaparta. Impensabile solo qualche anno fa, quando strumenti del genere erano caduti nell’oblio. IL VIAGGIO CONTINUA E’ stato capace di imparare dagli altri ed è sempre disposto a dare. La lista delle sue collaborazioni nelle registrazioni di artisti nazionali e internazionali è infinita: Andreas Vollenwaider, Hevia, Dulce Pontes, Caetano Veloso, Trilok Gurtu, Bela Fleck, …e più recentemente, nell’edizione 2003 del Festival di Jazz di Vitoria Gasteiz, ha suonato con Pat Matheny. Tra tutte, possiamo sottolineare la partecipazione all’album Santiago, dei Chieftains, che ha vinto un Grammy come migliore album folk. La sua audacia con la fisarmonica conosce pochi limiti. Basti ricordare l’avventura del mettere insieme la triki col mondo della musica classica. Un’esperienza eccitante che ha preso vita nell’unica indimenticabile serata Folk Festival di Getxo, nel 1997 e, nello stesso anno, con le sue collaborazioni con la Banda Municipal de Bilbao. Dopo aver calcato centinaia di palchi, Kepa Junkera ritorna alla sua città natale e, circondato da amici, registra l’ultimo album di questa prima parte del suo viaggio lungo le entusiasmanti vie della musica. Nel marzo del 2003 Kepa Junkera fa ritorno alla sua città e, circondato da amici, incide ‘K’ – la fine di questa prima tappa del suo viaggio negli appassionanti sentieri della musica. Il 2004 sorprende il pubblico con nuovi progetti, tra cui il nuovo album per l’Atletico di Bilbao (Athletic Biotzez) e una produzione in cui la tradizione e la modernità si danno la mano guardando al futuro.
Nel 2006 esce Hiri, il nuovo CD legato alle città toccate nei numerosi tour, dove in ogni brano è accompagnato da musicisti locali.